Molti fattori influenzano la qualità dell’aria presente negli degli spazi interni, tra questi vi sono anche le condizioni termoigrometriche. Ma quali e cosa sono le condizioni termo-igrometriche? Ne parliamo in questo approfondimento.
Le condizioni termoigrometriche
La temperatura, l’umidità e la ventilazione sono le tre principali dimensioni ambientali a cui ci riferiamo quando parliamo di condizioni termoigrometriche. Sono i tre fattori che più è necessario conoscere per controllare le condizioni dell’ambiente all’interno di uno spazio chiuso e sono di particolare importanza quando si parla di attività svolte all’interno di ambienti chiusi.
Sebbene diverse misure per il controllo della qualità dell’aria si occupino di migliorare costantemente diversi aspetti, la temperatura, l’umidità e il movimento dell’aria sono i primi fattori ai quali è necessario prestare attenzione per garantire il benessere termico negli spazi interni che progettiamo e viviamo quotidianamente.
Le condizioni termoigrometriche dovrebbero infatti favorire il normale sviluppo delle attività che possiamo svolgere in uno spazio interno, preferibilmente sotto una percezione di comfort.
Benessere termoigrometrico da cosa dipende
Il benessere termoigrometrico dipende da tre fattori principali: temperatura, umidità ventilazione.
- Temperatura: quando si parla di temperatura ottimale, si fa riferimento a una temperatura interna che oscilla tra i 18 e i 22 gradi (fonte Inail). L’aumento della temperatura provoca sudorazione, disidratazione e disturbi che possono portare a stanchezza e malori.Lo stress termico ha luogo considerato quando la temperatura corporea interna aumenta o diminuisce in relazione alla temperatura corporea media. In questo senso, lo stress termico è uno stato di disagio fisico causato dall’eccessiva esposizione al freddo o al caldo.
- Umidità: per non causare disagio a causa di umidità o eccessiva secchezza dell’aria, i gradi di umidità interna agli ambienti dovrebbe essere tra il 40% e il 60%.
- Ventilazione: i lavoratori non devono essere esposti a correnti d’aria la cui velocità supera i limiti stabiliti per ciascun luogo e deve essere sempre garantito il ricambio d’aria, misura essenziale ad evitare la presenza di agenti nocivi all’interno degli ambienti.
Fattori chiave per il benessere termoigrometrico
La valutazione del comfort termico negli ambienti moderati è regolata dalla norma tecnica UNI EN ISO 7730:2006 (Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale).
Supponendo che il comfort termico venga percepito soggettivamente, le condizioni termoigrometriche devono essere adattate a una gamma tale da garantire che la maggior parte degli occupanti troverà l’ambiente confortevole.
Gli indicatori che vengono utilizzati per misurare il benessere termoigrometrico sono:
- parametri microclimatici: ovvero l’analisi di temperatura dell’aria, umidità e la velocità dell’aria.
- calcolo degli indicatori sintetici di comfort o indici di Fanger: PMV (Voto medio previsto, che esprime lo scostamento tra la situazione reale dell’ambiente termico rispetto a quella di benessere percepito) e PPD (Percentuale prevedibile di insoddisfatti correlata al valore di PMV).
Secondo la normativa, gli ambienti moderati sono soggetti alle variabili dei parametri fisici oggettivi, compresi in un intervallo ristretto:
- temperatura dell’aria tra 10°C e 30°C;
- umidità relativa dell’aria tra 30% e 70%;
- temperatura media radiante tra 10°C e 40°C;
- velocità dell’aria tra 0 e 1 m/s.
Per rilevare questi parametri si utilizzano appositi strumenti indicati dalla normativa UNI EN ISO 7726:2002.
Le soluzioni NIL
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